In questi giorni stanno emergendo tra le cronache di
quotidiani locali e non, polemiche e notizie non molto lusinghiere sul sistema
di recensioni di Tripadvisor, in
particolare ma non solo. E’ proprio il caso di dire che il “recensore” (o
meglio la community di recensori) è sotto i riflettori per la ribellione della “comunità” di
operatori. Basta cercare tripadvisor tra le news e si scopre che dalla Liguria
(se gli alberghi della Liguria contestanoi voti della rete, Corriere.it del 31 luglio) alla Toscana (i giudizi del web piatto indigesto, Il
Tirreno del 6 agosto), dagli albergatori (gli albergatori denunciano Tripadvisor: recensioni false, Vanity Fair del 31
luglio) ai ristoratori (i ristoranticontro le recensioni on line, dal Corriere.it del 3 agosto) è in atto un
“processo” in rete sull’affidabilità
dei commenti che si possono trovare online, in particolare sui siti più
importanti. Tripadvisor prima di tutto, visto anche il raggiungimento dei 75
milioni di recensioni con cui si è auto-celebrato in una delle ultime
newsletter.
Sono emerse quindi classiche recensioni false solo per migliorare il brand
della propria attività o per peggiorare quello del diretto concorrente,
recensioni estortive da ospiti che
pretendono “trattamenti di favore”, recensioni-truffa da parte di venditori di vini o ciabatte che “regalano”
commenti positivi. Si legge anche di recensioni da lotta politica, come ha segnalato la Professoressa Roberta Milano sul proprio profilo Facebook.
Insomma il poco controllo ha provocato abusi di
vario tipo, tra cui anche problemi di commenti omofobi che stavolta Booking.com ha dovuto rimuovere in fretta e
furia («Troppi gay in hotel: voto 2,5»,polemica per un post su booking.com, da La Nuova Sardegna del 2 agosto).
L’ondata contestatrice
di questi giorni che si è sparsa in rete ha sicuramente messo la pulce
nell’orecchio nel lettore/turista/navigatore che a questo punto non dovrà solo
porsi il dubbio delle belle immagini nel sito dell’hotel o del ristorante ma
anche una certa ponderazione nel
valutare i giudizi online.
Ma quale potrà essere lo sbocco di questa situazione? Un maggior controllo da parte dei siti
di pubblicazione dei commenti, pena il peggioramento del proprio brand?
Oppure, speriamo, l’affermarsi in rete di nuove guide costituite da commenti e giudizi
maggiormente ponderati ed elaborati da “giudicatori” più professionali (da
travel bloggher a giornalisti)?
Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo.