Corriere.it del 19 maggio 2012 (mattina) |
La pubblicità
è l’anima di ogni commercio, anche quello dell’informazione. E’ anche l’asse portante di internet e di tutta la gratuità che troviamo online.
Il marketing in generale si è evoluto in questi anni
grazie alle nuove tecnologie, ma anche nei contenuti,
toccando (o cercando di farlo) sempre di più il lato emozionale dei destinatari.
Ma quando da una situazione (come quella in foto) emergono
delle emozioni che contrastano tra loro? Non è il caso di
porre maggiore attenzione nel dare certi messaggi?
Quanto è accaduto a Brindisi, sabato 19 maggio, è stato un dramma di notevole impatto,
già dai primi momenti.
Certo che chi programma l’inserimento dei banner
pubblicitari non può conoscere in anticipo quali eventi accadranno; però anche
per il lettore meno sensibile vedere
le immagini e i titoli di una tragedia tra
due personaggi famosi che sorridono ammiccanti,
stride - e parecchio!
E non se n’è accorto nessuno (o non è interessato a nessuno), visto che la pagina ha
continuato così per tutto il giorno senza pensare che
magari questa mancanza di sensibilità possa nuocere, proprio in
termini di immagine, sia all’organo
di informazione sia all’azienda pubblicizzata (e magari per qualcuno pure ai
personaggi che offrono i propri sorrisi).
Forse un maggior controllo (o una maggiore delicatezza) quando si lanciano contemporaneamente messaggi d’informazione
e messaggi pubblicitari sarebbe opportuno.
Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo