Il 29 marzo un pezzo sul Corriere
della Sera scritto da Gian Antonio Stella ha fotografato in maniera dura e cruda la
situazione attuale dell’industria turistica italiana. “Turismo, prezzi alti e poca cultura dell’ospitalità: l’Italia non è piùprima.”: in quest’articolo si snocciolano alcuni dei dati per il 2013 del
ministero dei Beni Culturali e di un rapporto scomodo dell’associazione
«italiadecide» e grazie ai quali si descrive la parabola negativa della fetta di mercato del turismo italiano
rispetto al turismo internazionale mondiale, dal 19% nel 1950 al 4,4% dell’anno
passato. Vero è che i turisti stranieri che vengono in Italia son passati da
4,8 a 47,8 milioni, aumentando di dieci
volte, tuttavia il mercato turistico mondiale si è moltiplicato per 43
nello stesso lasso di tempo. E quindi nonostante il nostro paese come
destinazione sia tra i più desiderati e il made in Italy sia tra i più
ricercati in rete, il turismo non riesce a diventare l’industria vera della
nazione e contestualmente anche la percentuale di valore aggiunto sul Pil
nazionale è basso.
Le motivazioni? Secondo il giornalista
prezzi alti e scortesia da parte degli operatori privati, mancanza di strategia
da parte del settore pubblico. Al solito.
Sicuramente sarà anche così, ma non solo.
Il turismo italiano, in realtà, riflette il paese, basti pensare alle
complicazioni burocratiche per aprire un’azienda, ampliarla e anche solo
gestirla, per gestire i contratti di lavoro oppure anche l’arretratezza in
campo digitale, sia per le infrastrutture su cui deve correre la rete stessa
sia per l’uso “culturale” che si fa di internet (pensiamo, ad esempio, alla
poca dimistichezza dell’italiano medio con l’e-commerce). E, poi diciamo la
verità, siamo noi italiani che crediamo poco in questo settore, dimostrandolo
anche nel nostro linguaggio: un menù
turistico, ad esempio, dà l’idea di un qualcosa di economico ma anche di bassa
qualità.
Bisogna quindi uscire dall’ambito
nazionale, per trovare un po’ sul nostro futuro: il riferimento è al rapporto
annuale del World Travel & Tourism Council e le previsioni dell’impatto economico per il 2014 in Italia.
In un quadro di crescita mondiale
del settore Travel&Tourism, con
una previsione di aumento del 4,3% di valore aggiunto, tutti gli indicatori
considerati per il nostro paese sono infatti positivi e al rialzo.
Il contributo diretto al Pil è previsto con una crescita del 2,6% (media europea 3,4%), mentre
quello totale (diretto e indiretto) segnerà un +2,1% (media europea 2,8%). Rispetto
agli altri paesi, non brilliamo: al 153° posto nella classifica della crescita
dell’impatto diretto, al 158° in quella relativa al contributo totale. Da
segnalare che nel 2013 il settore ha contribuito direttamente per un 4,2% e per
un 10,3% considerando anche l’impatto indiretto e indotto. In questo senso e in
termini di valore assoluto, l’Italia è rispettivamente 6^ e 8^.
Pure per l’occupazione un segno positivo: +2% per l’occupazione diretta (5%
del totale degli occupati italiani) e +1,3% per l’occupazione totale
(diretta+indiretta+indotta, pari all’11,9% su tutti i lavoratori).
Tra gli impatti diretti sul Pil, viene
registrata la spesa dei visitatori
stranieri, con una previsione importante di crescita del 3,6% per il 2014.
Aumento significativo annunciato
pure per gli investimenti con un
4,3% per fine anno.
(tutti gli indicatori in un'unica tabella) |
In definitiva il nostro sistema
turistico beneficerà del movimento turistico internazionale che sta proseguendo
nella suo percorso di sviluppo, sia nel breve termine che nel lungo. Il
rapporto suggerisce una previsione fino al 2024,
con tutti gli indicatori in crescita piccola ma costante.
Resta però un po’ di amaro in bocca,
perché questi segnali di progresso li vorremmo vedere più rilevanti in
considerazione delle potenzialità delle nostre attrattive e perché il turismo
può essere il volano vero dell’economia italiana.
(recente scambio di tweet sul rapporto tra economia e turismo) |
Tuttavia una cosa è certa: è inutile
piangerci addosso mentre è importante cercare quel filo di positività e ottimismo tali da stimolarci ad offrire la crostata fatta in casa ai nostri ospiti.
Per approfondimenti: qui il rapporto
sull’impatto del turismo in italia e qui l’infografica da esplorare del report globale
2014.
Commentate
pure, meglio però se non siete d’accordo