martedì 28 ottobre 2014

Terra Madre e Google, la rete fisica e la rete virtuale.

Terra Madre è una grande rete internazionale di comunità locali del cibo e nasce come l’evoluzione di Slow Food e della visione del suo fondatore, Carlo Petrini. Mentre Slow Food, come associazione ha una sua istituzionalità, attraverso ruoli e forma organizzativa, Terra Madre è un soggetto non lineare, ma fluido, dove “nessuno può dire di comandare”, dominata com’è “da un’austera anarchia, dettata dalla fiducia negli altri, nella diversità e nella natura” (Carlo Petrini, in Terra Madre, ed. Giunti).

E non può che essere così un soggetto che trova fondamento nella difesa della biodiversità, della cultura e dell’economia locale e nella loro valorizzazione.

I nodi di questa rete sono, come detto, “comunità del cibo”, appellativo con cui non si vuol individuare un’organizzazione vera e propria, ma semplicemente un insieme di persone che condividono valori culturali e temi a difesa del cibo – quello “buono, pulito e giusto”, naturalmente. E quindi possono essere associazioni di produttori, villaggi, gruppi d’acquisto (perché anche i consumatori sono, in qualche modo, co-produttori), gruppi di famiglie e quant’altro.

Per capire la filosofia di fondo della grande rete di Terra Madre si prenda ad esempio uno dei suoi progetti, quello dell’Arca del Gusto, rilanciato all’ultimo Salone del Gusto di Torino: è l’idea di caricare su questa immaginaria imbarcazione prodotti che appartengono alla cultura ed alla tradizione delle varie comunità del mondo e che rischiano l’estinzione a causa del diluvio universale provocato da un sistema produttivo globale che omologa e standardizza cibo e sapori. Basti pensare che nell’ultimo secolo abbiamo perso il 70% di biodiversità; è fondamentale quindi uno strumento, o più d’uno, che difendano i prodotti e quindi la loro storia, i mercati locali, l’agricoltura familiare, il valore del “chilometro zero”, e quant’altro utile a non farsi travolgere dalle multinazionali della standardizzazione.

(Lo stand dell'Arca del Gusto al Salone 2014)

Terra Madre è quindi una rete fisica, fatta di persone, con la propria cultura e la propria tradizione, unite proprio da questa (bio)diversità. E grande, se si pensa che 170 sono le comunità che si sono incontrate quest’anno a Torino e lo fanno ogni due anni dal 2004.

E Google?
Sempre in occasione dell’ultimo Salone, Petrini ha messo a confronto le due reti, quella fisica (Terra Madre) e quella virtuale (Google), raccontando l’episodio del suo incontro con Eric Schimdt (il capo dei capi di Google) a cui ha posto tre questioni fondamentali nel rapporto tra le due entità.
Salone del gusto 2014


Google è una rete virtuale straordinariamente più conosciuta di qualsiasi altra rete fisica, tuttavia non può considerarsi più importante: la rete fisica di Terra Madre è fatta di emozioni, di cultura, di umanità e comunque di quel calore che non è propria di quella virtuale. Sarebbe quindi un errore considerarla più importante di quella fisica.
Nello stesso tempo, la rete fisica farebbe errore altrettanto grande se non utilizzasse la rete virtuale per comunicare tra i propri soggetti e verso il mondo intero, non lasciando lo spazio alle grandi multinazionali; uno strumento quindi che possono utilizzare anche i contadini sperduti negli angoli del pianeta per confrontarsi con gli altri e per dar forza alla rete fisica.
La rete virtuale è quindi uno strumento al servizio dell’umanità e che va sfruttato come tale, evitando di farci sopraffare.
In ultimo, è fondamentale stabilire come la proprietà dei contenuti sia della comunità e dei suoi componenti: tutto quello che passa attraverso la rete non appartiene né a Google né a Slow Food ma alle comunità.

Condividere, quindi ma non appropriarsi.

In definitiva un bel confronto tra due mondi apparentemente distanti, tra l’altro sviluppatisi contemporaneamente (basti pensare che Slow Food nasce nel 1989 e Terra Madre nel 2004, in piena “era internet”), che trovano nell’economia della condivisione il punto d’incontro.
Un confronto replicabile sempre nel rapporto tra l’uomo, inteso come animale sociale, e internet.




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