Per questa ricetta
servono pochi ingredienti:
1 account su Twitter, che è ovviamente la componente
principale;
1 account su Instapaper;
1 profilo su Facebook;
140 caratteri di idee, interessi, fantasia quanto
basta o quanto volete;
ovviamente almeno un PC, ma meglio un dispositivo
mobile, connessi ad Internet (che è un po’ come avere un forno ben ventilato).
E’ questo un piatto
che per sua natura è personalizzato perché ogni profilo su Twitter può trovare
il proprio accostamento con una serie di altri profili da seguire o che ci
seguono in base ai propri interessi e quindi ai contenuti che si condividono in
rete.
E questo lo si comprende appena si apre Twitter la
prima volta dal proprio PC. “Benvenuto su
Twitter. Scopri cosa dicono, proprio in questo momento, le persone e le
organizzazioni che ti interessano.” Quindi, attivare il proprio account su twitter e, in base ai propri
interessi professionali, culturali, sociali, politici e quant’altro, segui altri profili (non è detto che di là del
profilo ci sia una persona – può esserci anche un’organizzazione). In una
scodella a parte, utilizzando sempre i tuoi interessi e la tua fantasia,
prepara dei contenuti anche con foto
e link, a scelta. Un po’ alla volta, anzi 140 caratteri alla volta,
spargili sul tuo Twitter cosicché anche i tuoi follower potranno usufruirne.
Non ti preoccupare se all’inizio ne hai pochi:
cresceranno in base ai tuoi contenuti. Non è comunque importante la quantità
della tua rete (following e follower) è importante la qualità in termini di
idee e consonanza di interessi nella tua rete. Del resto, “Gesù aveva solo 12
followers, ma ha avuto un gran successo”. (tweet di @Iddio)
Collega quindi il tuo profilo Twitter con quello
Facebook, per integrare socialmente
il piatto e poi anche con
Instapaper.
Il primo collegamento permette di condividere i
contenuti anche con i nostri amici su FB, in modo da non buttar via niente.
Il secondo invece è un semplicissimo strumento web
con cui si archiviano alcuni link da leggere: l’utilità sta nel fatto che,
tenendo aperto twitter mentre stai a lavoro davanti al pc, oppure sgranocchi la tua app sull’iphone
mentre stai in fila dal dottore, qualcuno dei tuoi following inserisce un
ingrediente, fresco fresco, di tuo interesse linkato ad una pagina web, per cui
conviene spesso salvarla per aggiungerla più tardi alla tua portata.
Già con questo tool si comprende come Twitter si
possa cucinare meglio con un mobile (assicura la freschezza degli
argomenti), e sarebbe più completo se si aggiungesse un pizzico di geolocalizzazione attraverso Foursquare. inserendo quindi
qualche check-in sulla propria bacheca.
Dalla preparazione di questa ricetta, si capisce come questa particolare social pietanza sia
preferibile da gustare, o degustare,
lungo tutto l’arco della giornata, anche lontano dai pasti principali. E’
leggera e facilmente digeribile. Lo dimostrano
anche i dati di consumo in Italia: in un anno si è passati da 1,3 milioni a 2,4
consumatori. (Vedi qui un approfondimento su Vincos)
Questa è una ricetta semplice semplice per iniziare
a scoprire questo social network individuandone le basilari caratteristiche e
le funzionalità: è chiaro che approfondendo altre modalità di utilizzo si può migliorarne
il sapore. Tra l’altro, è proprio di questi giorni la nuova versione più
chiara, più efficace e più funzionale, secondo me.
In
definitiva, ti aiuta a mantenere sempre in forma e aggiornati i tuoi interessi. Se
poi condividi alcuni contenuti farai sicuramente più ricco il tuo piatto e quello degli altri: anche perché, mentre
offline vige la regola dello scambio (se si da’ bisogna per forza ricevere
indietro qualcosa: dal baratto allo scambio di coppia J), in rete
si dà e si prende senza obbligo di reciprocità.
Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo
Spero di più nel prossimo post, magari ci metti una ricettina di cibo vero :)
RispondiEliminaSono "indietro" in materia, mi fermo alla quasi inesistente attività con blogspot e a quella nei forum che anche tu conosci,,, metti le mailing list e... credo che sia già troppo.
Saluti.
purtroppo io sono indietro con le ricette vere, però dici una cosa giusta: spesso l'uso di una certa terminologia tecnica-inglese frena chi si vorrebbe avvicinare a certi strumenti
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