Il meglio
deve ancora venire.
Questa è la frase-simbolo del discorso di
ringraziamento del presidente Obama per la sua rielezione.
La stessa frase può anche rappresentare la sintesi della situazione italiana…visto
che dopo aver toccato il livello più basso di sempre…non possiamo che risalire.
E quindi il meglio ha da veni’ (speriamo)!
Mi son ripromesso di non affrontare temi politici, nel
senso dell’attualità politica nazionale o locale, o, peggio ancora, di partiti
o movimenti, ma quel discorso di Obama va oltre.
Sforziamoci di leggerlo, depurandolo dalla retorica e
consapevoli di tutti i limiti che la nostra cultura vede in quella
statunitense, e ci apparirà chiara una visione patriottica di un popolo unito,
collaborativo (come, tra l’altro fa notare Massimo Chiriatti, in “Gli ingredienti per una stagione di crescita”),
pieno di speranza per il futuro.
O meglio, questa è l’idea di fondo che Obama disegna
per gli USA e ne fa una sorta di incoraggiamento
affinché quei valori siano condivisi da tutti.
E lo fa partendo dalla storia:
Stasera, più di duecento
anni dopo che un’ex colonia si era conquistata il diritto di determinare il
proprio destino, il compito di perfezionare la nostra unione fa un passo avanti.
Fa un passo avanti grazie a voi. Fa un passo avanti perché avete riaffermato lo
spirito che ha trionfato sulla guerra e sulla depressione, lo spirito che ha
sollevato questo paese dalle profondità della disperazione fino alle grandi
altezze della speranza, la convinzione che benché ciascuno di noi insegua i
propri sogni individuali, noi siamo un’unica famiglia americana, e uniti
cresciamo o cadiamo, come un’unica nazione e come un unico popolo.
Dà un senso alla Politica:
So che le campagne
elettorali possono sembrare meschine, a volte stupide. È una cosa che fornisce
munizioni ai cinici che ci dicono che la politica non è altro che un confronto
fra ego, o il dominio degli interessi speciali. Ma se vi capiterà mai
l’occasione di parlare alla gente che ha partecipato ai nostri raduni, e che si
è stretta nelle palestre di liceo, o che ha visto la gente che lavorava fino a
tardi negli uffici della campagna elettorale nella più piccola contea lontano
da casa, allora scoprirete che le cose sono diverse. […]Sentirete il
profondo patriottismo nella voce della moglie di un militare che sta al
telefono fino a tarda notte per accertarsi che nessuno di coloro che lottano
per questo paese debba più combattere per avere un lavoro o un tetto sulla
testa quando tornano a casa.
Ecco perché lo facciamo. Ecco
cosa può rappresentare la politica. Ecco perché le elezioni contano. Non è una
cosa da poco, è grande. È importante. La democrazia in una nazione di trecento
milioni di abitanti può essere rumorosa, e caotica e complicata. Abbiamo tutti
le nostre opinioni. Ciascuno di noi ha convinzioni profonde e sentite. E
attraversare tempi difficili, quando come paese prendiamo decisioni importanti,
necessariamente ciò desta passioni, desta polemiche.[…]
Stasera avete votato per
l’azione, non per la solita politica. Ci avete eletto per concentrarci sul
vostro lavoro, non sul nostro.[…]
Ma questo non significa che
il vostro lavoro sia finito. Il ruolo del cittadino nella nostra democrazia non
si conclude col vostro voto. L’America non è mai stata fondata su ciò che può esser
fatto per noi. È ciò che può esser fatto da noi, tutti insieme col duro e
frustrante ma necessario lavoro di auto-governo. Quello è il principio sul
quale siamo stati fondati.
Ricorda i valori
su cui si basa lo “stare insieme” per un’idea di futuro e di speranza per
tutti:
A rendere l’America
un’eccezione sono i legami che tengono unita la nazione più diversificata della
Terra. La convinzione che il nostro destino sia condiviso; che questo paese
funzioni solo quando accettiamo certi obblighi l’uno verso l’altro, e verso le
generazioni future. La libertà per la quale così tanti americani hanno lottato
e perso la vita porta responsabilità, oltre che diritti. E fra esse ci sono
l’amore, la carità e il dovere e il patriottismo. Ecco che cosa rende grande
l’America. […]
Credo che possiamo afferrare
questo futuro insieme, perché non siamo così divisi quanto la nostra politica
sembra suggerire. […] Siamo più grandi della somma delle nostre ambizioni
individuali, e restiamo più di una somma di stati rossi e stati blu. Siamo e
per sempre saremo gli Stati Uniti d’America.
Esiste poi un paese che è stato impero e culla del diritto;
che nel proprio territorio ha tangibili segni di una storia e di una cultura come nessun altro al mondo; che
da politicamente diviso ha trovato la propria unità sotto valori patriottici risorgimentali; che si è
spaccato alla fine di una dittatura per poi ritrovarsi sotto la svolta repubblicana e poi ripartito
grazie a un impressionante boom economico.
Sarà pure
che Obama ha una capacità dialettica straordinaria, però il confronto con l’Italia
di oggi è devastante: non solo il popolo italiano non si ricorda più la propria storia e le basi del
proprio stare insieme, ma nessuno
gli rinfresca la mente.
Non credo sia retorica e che ci sia bisogno di farla,
ma sicuramente abbiamo bisogno di tornare ai “fondamentali” e ad essere un popolo
che crede ai valori che lo tengono unito.
Solo così rialzeremo
la testa.
Commentate pure, meglio però se non
siete d’accordo
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