Quando finisce.
E’ certamente una contraddizione linguistica e un po’
provocatoria dare una risposta di questo tipo alla domanda proposta dalla Prof.Milano.
La domanda nata su twitter, proseguita successivamente
sul blog e su facebook ha dato vita ad un confronto che probabilmente continuerà
(e chi sa se mai finirà?) tra…“quelli del
BTO” (l’appuntamento sul mondo del turismo on line del prossimo 28/29
novembre).
(L'arena di Verona by night) |
Ma cominciamo dall’inizio e dalla definizione classica
(da Wikipedia):
Il viaggio è il tragitto che si compie per
spostarsi da un luogo di partenza a un altro.
Alla base del viaggio possono esservi
motivazioni personali (per es. il turismo,
la visita di amici o familiari lontani), professionali (per es., i viaggi di
affari, l'istruzione) o basate su volontariato (es, in paesi poco fortunati).
Il viaggio può essere inteso non solo in
senso fisico, in un contesto spazio temporale, ma anche in senso metaforico come espressione di abbandono, ricerca
interiore, desiderio.
(una torre...dolce) |
Quindi, ad essere concreti, basta salire su un mezzo
di trasporto ed è lì che si comincia.
Ma non è così semplice e semplicistico nel mercato del turismo, perché il viaggio, naturalmente inteso come vacanza, è
soprattutto un’esperienza, fatta al
di fuori della nostra vita quotidiana e lontano dai nostri luoghi abituali e
abitudinari. E’ importante quindi mantenere sullo sfondo del ragionamento lo
spostamento fisico e il
pernottamento, anche per una mera questione economica, di “portafoglio”.
Tuttavia, ci troviamo nel pieno dell’”era geologica” dell’informazione
condivisa che ci aiuta, ci supporta e sempre più ci permette di organizzare il viaggio, già dal momento
della semplice idea, o ancor prima dall’origine del desiderio.
Quindi ci si butta in Rete, si digita le prime cose
che ci passano per la mente su Google e da lì inizia la pianificazione del
viaggio. Poi si scoprono blog, forum, recensioni, comparatori di hotel, voli e
pacchetti turistici, e così via.
Arriva lo step della scelta e finalmente della partenza. Da questo punto in poi inizia l’esperienza,
che è tanto più approfondita quanto più intensa è la nostra curiosità e quanto
più le aspettative vengono soddisfatte.
Ma non basta questo per raggiungere il nostro
obiettivo di questo post.
(Torri del Benaco) |
Così come, per l’homo
communicator non basta agire senza che l’azione venga comunicata. L’uomo per differenziarsi dagli animali, ma
anche dagli altri uomini, ha la fondamentale necessità di divulgare, ciò che fa, soprattutto se è fuori dalla quotidianità.
Una volta la propria esperienza di vacanza veniva
raccontata alla propria cerchia di amici attraverso gli album di foto o una
sfilza di diapositive, nella nostra era la comunicazione può iniziare anche prima, cioè durante il soggiorno (a tal proposito, vedi "il viaggio comincia online e continua mobile" di Mafe de Baggis).
(dall'Adige...) |
Ergo, la (personale) risposta (vera) al titolo del
post è esattamente quando si comincia a condividerlo;
il viaggio/esperienza viene effettuato, e quindi “esiste”, quando viene comunicato agli altri.
E’ ovvio che grazie agli strumenti mobile e ai social
network (instagram, facebook, foursquare, ecc) la condivisione è contestuale,
ma…avevo bisogno di finire il viaggio personale per comunicarvelo. J
Le foto sono chiaramente quelle "catturate"
(e in alcuni casi filtrate con instagram) durante i 4 giorni di relax sul
Garda. J
Commentate pure, meglio però se non
siete d’accordo
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