Il World Travel Trends Report 2013/2014 è stato elaborato dalla IPKInternational per conto della ITB Berlin e offre un panorama d’insieme sulle tendenze
dei viaggi all’estero dei continenti, basandosi sui dati dei primi 8 mesi del
2013 e sulle previsioni sia del 2013 che del 2014, oltre a porre l’attenzione
anche su settori più specifici.
Il primi due dati che si possono
mettere a fuoco sono la crescita dei
viaggi internazionali valutati per il 2013 al 4% e per l’anno appena iniziato ad
un migliore 4/5%, una tendenza superiore
rispetto all’incremento del Pil mondiale, previsto dalla Banca Mondiale rispettivamente
al +2,4% e al +3,2%.
E’ ovvio che gli incrementi maggiori arrivano dai nuovi
turisti dei paesi che si stanno sviluppando economicamente a ritmi maggiori,
vedi Cina e Brasile , mentre i paesi occidentali (Europa e Nord America) più
maturi mantengono una crescita meno elevata ma rappresentano ancora la fetta di
mercato più importante.
Interessante la tendenza stimata dei
segmenti di mercato del turismo leisure (che tra l’altro è aumentata del
25% contro il 16% del business): dal
2009 segna un +47% il settore delle “città”, mentre le cosiddette “touring
holidays” un +27%; il “mare”, che resta la fetta più importante in valore
assoluto, sale del 12%, mentre la “campagna” addirittura cala del 10%.
Soffermandoci sul nostro vecchio
continente europeo, che ha sofferto non poco di turbolenze economiche negli
ultimi due anni, si registra comunque un segno positivo per i viaggi
internazionali del 2,5% per il 2013, con performance diverse tra stato e stato:
dal +12% della Russia al -5% dell’Italia (indovina?!). Restando ai dati di
consuntivo sono diminuiti i pernottamenti medi dei soggiorni del 2% (7,9 notti),
così come la spesa per viaggio (-1% attestandosi a € 904). Insomma il turista
europeo viaggia ancora nonostante la crisi ma sacrificando un po’ la
permanenza. E questo varrà anche per il 2014 visto che da una parte sono
aumentati gli europei che cambieranno i propri programmi di viaggi per le
difficili condizioni economiche (38% contro il 36% dell’anno passato), mentre
diminuiscono coloro che non andranno all’estero in vacanza (9% contro l’11%).
Anche nelle previsioni di viaggio
internazionale per il 2014, l’Italia segna un ulteriore declino (vedi grafico sotto).
Il report apre poi delle finestre su
argomenti più specifici, come le tendenze
dei giovani viaggiatori, aperti a
viaggiare di più, spendere di più e esplorare nuove mete. Insomma, secondo
diversi studi, il giovane viaggiatore non va più immaginato come obbligatoriamente
quello a basso costo, tanto che il costo medio di un viaggio si aggirerebbe sui
US$910. I mezzi low cost come autobus e treno restano la principale forma di
trasporto scelta, ma l’uso dell’aereo è aumentato tantissimo negli ultimi anni.
Allo stesso modo la scelta dell’hotel, che si divide il mercato con gli ostelli
e gli alloggi privati.
Probabilmente se si fosse approfondito
anche questo tema sui singoli paesi, considerati i livelli di disoccupazione
giovanile in Italia…..
Is “Sleep Cheap” the next mega-trend? Anche il
tema del low cost viene affrontato
nel Report. Se negli ultimi 4 anni si è arrivati a calcolare 7,5 miliardi di
pernottamenti (un incremento del 16%), chi ha segnato l’incremento maggiore
sono proprio gli alloggi privati e alternativi con il 31% e quelli di lusso col
19%. Insomma la testa e la coda di una scala immaginaria del valore economico del
pernottamento.
Prevale però l’attenzione sulle
forme di alloggio alternative e dal basso budget, sa perché permettono lunghezze
di viaggio superiori sia per una esperienza di ospitalità più vera e più a
contatto con il territorio e la gente della destinazione turistica scelta.
Non si può infine non parlare di internet, ma l’attenzione è sul mobile. Il canali di prenotazione online
rappresenta nel 2013 il 65% del mercato, con un aumento del 10%, e la
previsione nel prossimo futuro è il raggiungimento di quota 70%.
L’utilizzo degli smartphone, come
metodo di booking, è ancora basso: 2%. Vale ancora il fatto che l’uso di
smartphone e tablet è più orientato alla ricerca
di informazioni (acquisite sulle varie piattaforme, comprendendo quindi anche i
social media) e meno alla definizione della decisione finale, salvo le scelte
last minute.
Ma su quali prospettive si aprono
sul mercato online, il Report non offre previsioni.
Commentate pure, meglio però se non
siete d’accordo
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