Questa edizione ha ribadito la grande energia che
emana questo evento; un’energia fatta dai tanti stimoli e input che son scaturiti
dai vari appuntamenti della Leopolda in versione online. Tra l’altro questa è
stata un’edizione che ha posto particolare attenzione anche a temi di
governance pubblica, ampliando la platea dei destinatari.
Una sintesi del percorso personale:
Day one (primo dicembre)
La
ricerca di PhoCusWright ha offerto un’analisi dei trend sul
Travel Online con particolare riferimento all’Italia, rimasta indietro sugli
acquisti, ma con molti margini di aumento: stiamo tanto su Facebook, ma ci manca ancora la mentalità occidentale sull’e-commerce.
Ancora
in Main Hall il Prof Rodolfo
Baggio si è chiesto dove vanno a finire i soldi del Pil prodotto
dall’intermediazione turistica in rete? Del resto l’Italia non ha capito subito
le opportunità che la rete stava aprendo e…… ormai è tardi? Il video si esprime
meglio di tante parole.
Subito
si passa in Hall 1, dove Roberta Milano ha moderato un panel sul ruolo della Governance in
tempo di crisi e presenta tre casi: l’Alto Adige e l’importanza di un brand
riconosciuto e messo in sinergia tra
gli operatori; la Basilicata e la nascita (e lo sviluppo) di una governance turistica territoriale;
Cervia e la spiaggia WiFi,
un’iniziativa di collaborazione tra operatori (pubblici e privati) e di
sviluppo (di nuove opportunità). Tre buoni
esempi.
In
Hall 2, posti in piedi per seguire Expedia
che ha illustrato le opportunità offerte dalla famiglia delle sue piattaforme
(Expedia, Hotels.com e Venere) agli operatori per distribuire in modo più
completo i propri prodotti (dai pacchetti ai flash sales: pure loro!).
Dopo
il lunch si resta in Main Hall per tutto il pomeriggio.
Primo
giro con con Mirko Pallera di Ninjamarketing
(C-R-E-A-T-E!) e il suo Emotone (=condivisione virale di
emozione).
Secondo
appuntamento con Valentina Paruzzi Direttore della Digital
Accademia e con il Funky Professor Marco
Zamperini per un approfondimento sui
numeri e sulle possibilità di sviluppo (già in essere) del mobile.
Infine
un panel sui paesi B[R]IC attraverso
le testimonianze di Marino Pagni, Tour2000 (T.O. per il Brasile), Manish Kalra
(di MakeMyTrip.com per l’India) e Jing Li dell’Istituto Confucio di Pisa,
naturalemente per la Cina. Ognuno ha offerto alla platea un’idea del
viaggiatore-tipo del paese rappresentato e dei suoi comportamenti (e scelte)
rispetto anche alla Rete.
Prima
di uscire dalla Leopolda, impedibile Apericena
in sala Alcatraz.
Day Two (2 dicembre)
Tutta
la mattina in Hall 1.
Si
è iniziato con Digital Tourism_Connecting to the digital consumer, a cura del
Prof. Troy Robert Nachtgall di IED Firenze,
che ha proposto un’interessante carrellata su Google Maps, Google Places e le loro funzionalità e modalità. A parte il
fantastico accento americano del relatore, una notizia che ha stupito tutti è
quella del riconoscimento che, attraverso l’Iphone, si potrà avere delle
attività intorno: dopo che con il Gps si viene localizzati, il mobile potrà
individuare anche l’attività che si svolge. Non lo dite ad Assange.
A
seguire un panel su cosa è stato Innovatori Jam 2011, un grande brain storming svoltosi a settembre su 10 temi
legati dal filo rosso dell’innovazione. Durante l’incontro moderato da Roberta
Milano, si sono sottolineati i risultati sul forum riguardante Innovazione e
Pubblica Amministrazione nel Turismo: in fondo, il “sistema” va educato perché
le tecnologie per renderci più facile la vita (anche in termini di
semplificazione amministrativa) ci sono, ma c’è necessità di formazione nella
Pubblica Amministrazione. Da approfondire.
Un
seguitissimo appuntamento è stato quello sul Marketing turistico - dallo storytelling alla content curation -
con Mafe de Baggis e Filippo Pretolani. Dal parallelismo tra editoria e turismo, nelle loro evoluzioni social, i due relatori hanno fornito
una visione quasi poetica di come
l’operatore turistico può prendersi cura dei contenuti ispirati dal viaggio,
diventandone editore attraverso alcuni strumenti che la rete mette a
disposizione.
Come
quando un gol vale il prezzo dell’entrata allo stadio.
Ancora
in Hall 1, Trivago
e la nuova iniziativa “Hotel Test e il Mystery
Guest”, quando il cliente diventa un esaminatore anonimo della struttura
ricettiva. Giulia Eremita ha
illustrato questa opportunità che Trivago offre agli hotel, attraverso
l’offerta di un bonus al Mystery Guest, di poter valutare la qualità dei propri
servizi, ma anche della destinazione. Un’idea interessante che può coniugare visibilità sul portale proponendo
un’offerta particolare e dare la possibilità di esaminare il proprio lavoro.
Il
dopo-pranzo avrebbe previsto FastBooking che illustrava i propri
servizi grazie alla partnership con Google,
Tripadvisor e Trivago, ma nonostante la sala potesse contenere 80 persone,
c’era la fila anche fuori!
In Hall 2 è stata poi la volta di Maremma Brand Index a cura di Francesco
Tapinassi e di una squadra di giovani collaboratori: una ricerca che ha
messo in luce la competitività del territorio maremmano ma soprattutto come
viene percepito dai turisti (un dato su tutti 2.407.000 social mentions
esaminate!). Interessante anche la parte in cui si è analizzata la promozione fatta
nel tempo.
Ultimo
appuntamento in Hall 1: da app a start-up, modelli
di business e applicazione mobile per
il turismo a cura di Fabio Lalli (non
Mirko come avevo erroneamente indicato nel precedente post). Utile e chiaro
nello spiegare il percorso nel costruire un modello di business (modello Canvas), ma nulla circa le applicazioni
sul turismo, come in realtà il titolo prevedeva.
E’ stata una due-giorni veramente intensa ed anche
se il percorso che ho voluto svolgere è stato uno zig-zag tra varie tematiche, a maggior ragione questa modalità ha
fornito una serie di input provenienti dai diversi livelli con cui il turismo
interagisce.
Ma tra i tanti messaggi, uno in particolare mi piace
sottolineare: al pari di come i governi si affrettano a recuperare liquidità
per la crisi del debito pubblico e
dei bilanci statali, ci sarebbe altrettanta urgente necessità di educare il “sistema” (inteso come P.A,
operatori privati, e – aggiungo io – utenza) alle nuove tecnologie perché ci semplifica la vita (aumentandone la
qualità e risparmiando risorse) e ci rende più creativi (superando meglio le difficoltà anche economiche).
N.B.: al sistema ho aggiunto volutamente l’utenza, perché se mettiamo a confronto
due semplici dati, viene da pensare che l’internauta italiano ha bisogno di
essere stimolato: se è vero,
infatti, che siamo indietro, rispetto ad altri stati occidentali, negli
acquisti online, però siamo i più connessi
(come tempo medio) nei social network. Insomma
scazziamo ancora parecchio.
Commentate pure, meglio però se non siete d'accordo
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