La Borsa
Italiana del Turismo, appena conclusasi a Fieramilano in Rho, sconta, ogni anno di più, una
certa perdita di appeal, al pari dell’offerta turistica italiana, i cui numeri dimostrano
sempre più un lento declino (la quota
italiana di mercato negli ultimi dieci anni è passata dal 6,8% al 4,5%, mentre la
Spagna è al 6%).
Non ho invece i numeri della BIT, ma bastava cercare
camere disponibili nel periodo della
Fiera, trovandone tranquillamente anche a buon
mercato, per capire l’andazzo: sono lontani i tempi di quando la
manifestazione si svolgeva dentro Milano
e per girarla tutta, oltre a un buon allenamento e scarpe da ginnastica, non
bastava un giorno.
L’edizione 2012
proponeva due padiglioni dedicati all’Italia, due alle destinazioni
internazionali e due più specifiche per gli operatori (a loro riservate), il workshop e il tourism collection. Molto snella, quindi, agevole da visitare, ma anche con la possibilità di farsi degli itinerari grazie al sito internet di
fieramilano, il quale permetteva di ricercare gli operatori interessati,
individuandoli nella mappa e chiedendo loro anche un appuntamento, così da
arrivare in fiera ed avere tutto pianificato.
I contatti si possono naturalmente ottenere e
approfondire, tuttavia c’è da chiedersi cosa cambia farlo davanti a un pc
collegato in rete, soprattutto se si ha un buon “commerciale”.
La fiera evidentemente ha bisogno di una svolta “concettuale”: è troppo generalista, quindi stancante e sempre
meno attraente (per i visitatori e per gli espositori). E’ diventata la passerella della politica di “marketing
territoriale” delle singole regioni ma anche della politica “e basta”.
E come disse Totò, “a proposito di politica, ci
sarebbe qualcosa da mangiare?”:
girando tra gli stand dei padiglioni
italiani ecco vini, oli, formaggi, dolci, dimostrazioni culinarie e addirittura brevi corsi di manualità con ingredienti
tipici. In certi momenti sembrava di essere a Torino al salone del Gusto.
Di questa parte di fiera non aspettatevi immagini…ché
avevo le mani occupate.
Non c’è niente di male, l’offerta turistica italiana
è anche e soprattutto questo e quindi è giusto esprimersi attraverso i sapori.
Certo che farlo fare a Dustin Hoffmann con quella faccia inebetita e pensando al cachet sborsato,
viene da pensare… che ci sono tanti modi meno esosi e più efficaci.
Stand Regione Marche |
In Toscana, invece, non si mangiava, si pensava al cinema.
Stand Regione Toscana |
Il Veneto faceva castelli di sabbia (mi pare anche
nel 2011 o nel 2010!).
Stand Veneto: scultura di sabbia |
La Sardegna puntava sull’amore.
Stand Regione Sardegna |
Mentre il Friuli…
Hostess allo stand del Friuli Venezia Giulia |
…non solo: c’erano anche dimostrazioni da scuola di
mosaico. J
Dimostrazione di Scuola di Mosaico allo stand del Friuli |
Il Trentino molto social…
Cataloghi e card allo stand del Trentino |
…ma anche la Sardegna si sta dando da fare.
allo stand della Regione Sardegna |
Ma passeggiando ci si può imbattere in giochi di parole…
…più o meno indovinati…
Caronte Tourist, una flotta di navi traghetto per la Sicilia (o per l'inferno?) |
…più o meno evocativi…(E…quitalia!)
Quitalia.com: un portale di prenotazioni di servizi: ma provate a cercare "quitalia" su google |
E anche in offerte a prezzi stracciati…
… o da rifarsi…i
denti!
Kreativ Dental: una clinica di cure odontoiatriche a Budapest dai prezzi competitivi |
Ci si può imbattere in persone famose…
Patrizio Roversi di "Turisti per caso" |
…e in personaggi famigerati!
Groupon: il famoso sito di social commerce (che di social non c'ha niente) |
Tripadvisor: gioia e dolore di albergatori e non... |
A parte gli scherzi, la fiera come incontro tra
domanda e offerta ha un senso sempre
più limitato. E’ sempre vero che il
contatto umano, nella fattispecie
tra fornitori e dettaglianti, è un plus importante,
anzi fondamentale; basti pensare che ho finalmente conosciuto una “famosissima”
blogger (@lakikka80), con cui
twitto da diverso tempo, insieme alla sua collega (@elettrix) di Il TuristaInformato, con cui mi auguro di attivare una fattiva collaborazione (anche qui nessuna foto causa brindisi al vino
rosso).
La Bit ha comunque bisogno di acquisire delle nuove motivazioni, ad esempio
specializzandosi in un settore o in alcuni aspetti particolari, oppure puntando
sugli eventi formativi, altrimenti
il rischio è che arrivi spompata all’Expo
2015, un po’ come una volta arrivavano i visitatori dopo una giornata in fiera.
Ma era un’altra Italia.
Un dinosauro: anche lui alla Bit 2012 |
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