martedì 21 febbraio 2012

Rotta semiseria sulla Bit 2012


La Borsa Italiana del Turismo, appena conclusasi a Fieramilano in Rho, sconta, ogni anno di più, una certa perdita di appeal, al pari dell’offerta turistica italiana, i cui numeri dimostrano sempre più un lento declino (la quota italiana di mercato negli ultimi dieci anni è passata dal 6,8% al 4,5%, mentre la Spagna è al 6%).
Non ho invece i numeri della BIT, ma bastava cercare camere disponibili nel periodo della Fiera, trovandone tranquillamente anche a buon mercato, per capire l’andazzo: sono lontani i tempi di quando la manifestazione si svolgeva dentro Milano e per girarla tutta, oltre a un buon allenamento e scarpe da ginnastica, non bastava un giorno.

L’edizione 2012 proponeva due padiglioni dedicati all’Italia, due alle destinazioni internazionali e due più specifiche per gli operatori (a loro riservate), il workshop e il tourism collection. Molto snella, quindi, agevole da visitare, ma anche con la possibilità di farsi degli itinerari grazie al sito internet di fieramilano, il quale permetteva di ricercare gli operatori interessati, individuandoli nella mappa e chiedendo loro anche un appuntamento, così da arrivare in fiera ed avere tutto pianificato.

I contatti si possono naturalmente ottenere e approfondire, tuttavia c’è da chiedersi cosa cambia farlo davanti a un pc collegato in rete, soprattutto se si ha un buon “commerciale”.
La fiera evidentemente ha bisogno di una svolta “concettuale”: è troppo generalista, quindi stancante e sempre meno attraente (per i visitatori e per gli espositori). E’ diventata la passerella della politica di “marketing territoriale” delle singole regioni ma anche della politica “e basta”.

E come disse Totò, “a proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?”: girando tra gli stand dei padiglioni italiani ecco vini, oli, formaggi, dolci, dimostrazioni culinarie e addirittura brevi corsi di manualità con ingredienti tipici. In certi momenti sembrava di essere a Torino al salone del Gusto.


Di questa parte di fiera non aspettatevi immagini…ché avevo le mani occupate.

Non c’è niente di male, l’offerta turistica italiana è anche e soprattutto questo e quindi è giusto esprimersi attraverso i sapori.

Certo che farlo fare a Dustin Hoffmann con quella faccia inebetita e pensando al cachet sborsato, viene da pensare… che ci sono tanti modi meno esosi e più efficaci.
Stand Regione Marche

In Toscana, invece, non si mangiava, si pensava al cinema.
Stand Regione Toscana

Il Veneto faceva castelli di sabbia (mi pare anche nel 2011 o nel 2010!).
Stand Veneto: scultura di sabbia
La Sardegna puntava sull’amore.
Stand Regione Sardegna

Mentre il Friuli
Hostess allo stand del Friuli Venezia Giulia

…non solo: c’erano anche dimostrazioni da scuola di mosaico. J
Dimostrazione di Scuola di Mosaico allo stand del Friuli

Il Trentino molto social
Cataloghi e card allo stand del Trentino

…ma anche la Sardegna si sta dando da fare.
allo stand della Regione Sardegna
Ma passeggiando ci si può imbattere in giochi di parole

…più o meno indovinati… 
Caronte Tourist, una flotta di navi traghetto per la Sicilia (o per l'inferno?)

…più o meno evocativi…(E…quitalia!)
Quitalia.com: un portale di prenotazioni di servizi: ma provate a cercare "quitalia" su google

E anche in offerte a prezzi stracciati

… o da rifarsi…i denti!
Kreativ Dental: una clinica di cure odontoiatriche a Budapest dai prezzi competitivi 

Ci si può imbattere in persone famose…
Patrizio Roversi di "Turisti per caso"

…e in personaggi famigerati!
Groupon: il famoso sito di social commerce (che di social non c'ha niente)

Tripadvisor: gioia e dolore di albergatori e non...


























A parte gli scherzi, la fiera come incontro tra domanda e offerta ha un senso sempre più limitato. E’ sempre vero che il contatto umano, nella fattispecie tra fornitori e dettaglianti, è un plus importante, anzi fondamentale; basti pensare che ho finalmente conosciuto una “famosissima” blogger (@lakikka80), con cui twitto da diverso tempo, insieme alla sua collega (@elettrix) di Il TuristaInformato, con cui mi auguro di attivare una fattiva collaborazione (anche qui nessuna foto causa brindisi al vino rosso).

La Bit ha comunque bisogno di acquisire delle nuove motivazioni, ad esempio specializzandosi in un settore o in alcuni aspetti particolari, oppure puntando sugli eventi formativi, altrimenti il rischio è che arrivi spompata all’Expo 2015, un po’ come una volta arrivavano i visitatori dopo una giornata in fiera. Ma era un’altra Italia.

Un dinosauro: anche lui alla Bit 2012

  Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

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