lunedì 6 febbraio 2012

La grande G o il grande Orecchio


Dal primo di marzo prossimo entreranno in vigore le nuove norme sulla privacy di Google: in pratica tutti i servizi di Google avranno un’unica normativa “più semplice e intuitiva”, come è scritto nella presentazione. Peccato che non la legge nessuno.
Ammettiamolo sinceramente: quando apriamo un account o ci registriamo in qualsiasi sito o servizio web, al momento di flaggare o accettare la normativa sulla privacy e i termini di servizio, lo facciamo automaticamente e clicchiamo velocemente sul tasto “prosegui” o “avanti”, senza leggere niente.

Del resto la privacy è come l’acqua, ci accorgiamo della sua importanza quando, insaponati sotto la doccia, viene a mancare all’improvviso.
A maggior ragione se, sempre leggendo la presentazione della nuova normativa, ci dicono che “la protezione della tua privacy non è cambiata”, motivo in più per non perderci troppo tempo.

Comunque, scorrendo la “notifica di cambiamento”, Google, molto onestamente, ci informa che sa tutto di noi e lo utilizzerà per fini commerciali e pubblicitari. Infatti, oltre ai dati che forniamo in modo volontario (quelli per registrarsi sui suoi servizi), Big G conosce i nostri dispositivi (pc, ipad, iphone ed eventualmente anche il nostro numero di cellulare), tutti i nostri log (come e quando utilizziamo i suoi servizi, con quali browser e programmi, quali richieste facciamo al motore di ricerca, ad esempio, ecc.), sa cosa stiamo facendo, dove siamo (tramite il GPS, e a questo punto, dove andiamo) e come siamo (i nostri gusti, i nostri hobbyes, ecc.).
Insomma, se acquistate dei vestiti online, potrebbero scoprire pure se negli ultimi tempi siete ingrassati.

Tutte queste informazioni non rimangono chiuse nella memoria di Mountain View, ma possono essere fornite anche ad organizzazioni esterne a Google (col consenso dell’utente), ad amministratori di dominio e – scrivono – “alle affiliate o ad altre aziende o persone fidate affinché li trattino per noi in base alle nostre istruzioni”. Quali siano i criteri affinché si possa rientrare tra le “persone fidate”, non viene indicato.
Va anche detto che si può entrare in alcune aree del pannello di controllo di Google, ad esempio per visualizzare e modificare le preferenze relative agli annunci. Ciccando qui si entra nel “Gestione preferenze” e ognuno di noi può vedere con quali gusti ci hanno “profilato” e di conseguenza quali tipi di messaggi pubblicitari ci fanno scorrere mentre mandiamo una mail o leggiamo un blog (in particolare cliccate su "annunci sul web"). Se poi andiamo a modificare questi dati, aiutiamo ancor di più la Big G ad indirizzarci meglio la pubblicità.

Del resto Google non è solo un motore di ricerca, è anche:
§    una mail (Gmail) semplice da usare e con una memoria in continua espansione (nel momento in cui scrivo ho 7676 MB a disposizione);
§       un social network (G+) che integrandosi col motore di ricerca (G search plus world) permette di personalizzare alcuni risultati attraverso i contenuti delle proprie cerchie di amici (cosa che sta facendo infuriare Facebook e Twitter);
§       una mappa (google map/places) e ci dice dove siamo o dove è ciò che cerchiamo (e con street view ti fa vedere il luogo cercato);
§         Youtube, quindi video, ma anche un motore di ricerca molto usato negli States;
§         Panoramio, quindi foto geolocalizzate;
§        un archivio di documenti (Documents);
§       un motore di ricerca per hotel (google hotelfinder) con relativa possibilità di prenotare (non ancora in Italia);
§         una community di “recensori” di hotel (hotpot);
§         un browser (Chrome);
 e tanto altro ancora.....

Tanti sono i servizi che offre, altrettante le possibilità di acquisire dati degli utenti (a mezzo cookie e pixel tag) e quindi veicolare in maniera più puntuale e più mirata la pubblicità. Non dimentichiamoci che il fine ultimo è quello commerciale, visto che la gratuità dei servizi non è motivata dalla filantropia.
Insomma, ognuno di noi è schedato in tempo reale. 

E ce lo dovevamo accorgere subito, da quando è nato e a cominciato a imperare in rete: la “G” è simile ad un orecchio e le “o” che si moltiplicano al termine di una ricerca sono paragonabili a tanti occhi. Come  per Tripadvisor, anche il logo di Google è stato smascheratoJ



Ma non sappiamo cosa potrà succedere in futuro, dato che sono milioni gli utenti “profilati”, di cui cioè Mr G sa tutto (dai dati anagrafici alle preferenze personali in vari campi), ed è quasi un monopolio in alcuni settori della vita online. Un finale, con un mondo totalmente online e gestito, come un impero, dal controllo di Big G, potrebbe essere scritto da Isaac Asimov, ma va oltre le nostre rotte.

Intanto facciamo il tifo per Volunia (che sarà presentato oggi), anche solo per cambiare un po’….

Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

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