venerdì 4 ottobre 2013

Maremma, capitale della cultura a “loro insaputa”.

Una delle componenti fondamentali di un territorio e di una comunità è la cultura, intesa come patrimonio storico-artistico e di tradizioni ed è uno dei fattori attrattivi dei flussi turistici. Di cultura si mangia, ma ce ne accorgiamo solo quando, in ambito turistico, parliamo delle città d’arte, come Firenze, Venezia e Roma, mentre siamo un po’ più timidi quando parliamo di Maremma Toscana. Eppure, basta chiedere ai nostri ospiti (turisti) quanto c’è da vivere culturalmente nei nostri luoghi.

Ci arriva anche l’Europa in soccorso a questo tema: a pagina 3 della Guida per le città candidate a capitale europea del 2019 dice: «Ogni euro investito nella manifestazione può generare da 8 a 10 euro e quindi la manifestazione può contribuire alla crescita e all’occupazione». Personalmente credo che non ci dovrebbe essere bisogno di una guida, pure se scritta dall’Unione Europea, ma se non altro il concetto è ribadito in modo autorevole.

E’ notizia di questi giorni, infatti, che Grosseto e la Maremma sono candidate a Capitale Europea della Cultura per il2019, grazie all’azione di privati, Maurizio Cont e Gianmarco Serra, due artisti maremmani che hanno presentato il progetto. Ne è scaturito un dibattito sulla stampa locale che dimostra quanto e come la maremma sia una comunità, nel senso di un insieme di persone con obiettivi uniti e condivisi. Tanto che il Sindaco del Comune di Grosseto e il Presidente della Provincia hanno espresso il loro favore a candidare….Siena!

Per capire come spesso i rappresentanti politici non perdono occasione per nascondere la loro distanza dalla realtà, facciamo riferimento ad un progetto positivo, tra l’altro nato con il contributo dell’assessorato al Turismo della provincia, il cui report conclusivo è stato presentato in un convegno nei giorni scorsi: Maremma network for Tourism. Si è sostanzialmente trattato di un corso che ha coinvolto 300 operatori nel mondo del web 2.0 e ne è nata, “a loro insaputa”, un’associazione (i Maremmans) di “operatori della Maremma Toscana che promuove l'autenticità del territorio attraverso la voce dei propri abitanti”.

L’associazione non era il fine ultimo del corso, ma è nata spontaneamente (senza che Sindaco e presidente della Provincia se ne accorgessero), perché evidentemente esiste un filo culturale, probabilmente nascosto, che lega i maremmani nell’essere un corpo unico dietro a finalità che guardano al futuro e al bene collettivo. La promozione 2.0 è una testimonianza, una bella testimonianza.

E la presentazione del progetto per la Capitale della Cultura Europea è un altro bell’esempio.

Forse è superfluo mettere sulla bilancia le possibilità che ha il nostro territorio di fare una bella figura in questa “gara” o le motivazioni per cui questa candidatura vada portata avanti, anche se poi non dovesse andare in porto; perché comunque nel mettere a lavoro un po’ di teste pensanti e fare squadra dà un grosso stimolo a tutti.

E invece è tradito sul nascere dai propri rappresentanti istituzionali, che non riescono proprio a fare squadra. E rispetto alle istituzione la Guida succitata mette in guardia: «Altri problemi possono sorgere dal mutamento delle autorità politiche dal momento della nomina a quello della manifestazione quando la nuova configurazione politica non condivide l’impegno preso dalla precedente. È quindi importante cercare di trovare consenso politico fin dall’inizio». Qui non si tratta di un cambio di configurazione politica, ma di qualcosa che si è rotto: quel filo culturale che lega i maremmani si è spezzato, ahinoi, all’entrata dei palazzi della politica.


                                         
Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

4 commenti:

  1. Caro Gianluca,
    quando fai riferimento ai maremmana e al corso, non ti ho visto l'altro giorno alla chiusura all'Airone. Soldi pubblici spesi bene che hanno fruttato una bella iniziativa di persone orgogliose di raccontare la Maremma.
    Sulla candidatura per la capitale europea della cultura, vale ciò che ho scritto sul mio profilo FB, ti invito a leggerlo, prima di fare altri commenti e a approfondire quel poco di progetto pubblicato dagli autori e il manifesto che l'accompagna oltre ai requisiti previsti dal ministero per l'ammissione dei progetti (si è scatenato l'inferno ma non vi è stata alcuna selezione). Se stiamo ai contenuti evitiamo di discutere a vuoto sulle grandi opportunità mancate dal territorio. Ciao, spero tutto bene

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    1. Caro Leonardo,
      sono assolutamente d'accordo che il corso dal quale sono nati i #maremmans è stata una bellissima iniziativa e son stati soldi pubblici spesi bene. Personalmente al corso non c'ero, ma i miei collaboratori lo hanno frequentato e seguo, online come è naturale che sia, l'evoluzione e l'attività dei #maremmans.
      Ho utilizzato questo esempio proprio perché è un bel termine di paragone, un punto di riferimento da cui prendere spunto anche per altri contesti. Come quello della candidatura.
      Tu dici di stare ai contenuti, ok ma stiamo ai fatti: è una candidatura che può essere sfruttata sull'esempio dei #maremmans. Tu dici che la Toscana ha anche altre due candidature, ma la nostra regione è il cuore pulsante della cultura italiana. Più di una candidatura dimostra la nostra ricchezza, non una diminuzione di probabilità di successo. La nostra cultura è motivo d'orgoglio che in maremma può essere canalizzato in un progetto che metta insieme tante teste pensanti per un risultato unico e condiviso. Anche solo fare questo (fare squadra detto in un termine che ormai viene a noia) sarebbe già un successo, per un territorio "campanilistico" qual è il nostro.
      Sono convinto che probabilmente ci sono anche altre ragioni (che mi sfuggono) che hanno mosso sia te sia il sindaco a dire subito no, ma spero solo che non dipenda dal fatto che sia stata un'iniziativa nata fuori dei palazzi.
      Con immutata amicizia

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  2. Concordo con te e se fossero andate così le cose non avrei da obiettare. Ho letto quel poco che è pubblicato e mi basta per dire che ci sarebbe stato proprio bisogno di un processo partecipato per arrivare a proporre una cosa così importante da diventare una occasione straordinaria per il nostro territorio.
    Le cose non sono andate così. Mi dispiace molto che tutto si tramuti strumentalmente nel giudizio rivolto agli amministratori locali che, per motivi politici, snobbano il loro territorio per favorirne altri. Eravamo gli stessi, derisi, che muovevano la contestazione per lo statuto della fondazione del Monte dei Paschi solo qualche settimana fa... Non si può scambiare per bello tutto ciò che ci evoca il sogno senza nemmeno averlo verificato. Nutro forti dubbi sulla valenza della proposta ma è solo un'opinione personale. Come ho detto, è un'operazione politica prima ancora che culturale e come tale ha il mio apprezzamento. Fa discutere e per questo merita un elogio.
    Fossimo all'inizio del processo, ci sarebbe da divertirsi a costruire una proposta davvero comunitaria anche tralasciando, come è scritto nel progetto, il contributo diretto delle istituzioni.
    Però siamo in fondo, quel che è stato è stato. Spero solo che la prossima città italiana capitale europea della cultura sia una città toscana. Non fosse così, avremmo avuto torto tutti. Almeno continuiamo a discutere su cosa vogliamo che sia questa terra, tutta insieme. Non ti sembra che da ogni parte ci sia la voglia di separarsi, di isolarsi? E non ti sembra che anche l'approccio usato abbia questi caratteri?
    C' è un gruppo del progetto che riguarda le "flagellazioni". Mi iscriverò a quello...
    Buonanotte ;)

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    1. Caro Leonardo,

      concordo quando dici che c'è nel nostro modo, spesso ruvido, di fare, una tendenza (così la qualifico) ad isolarsi: succede quando portiamo alle estreme conseguenze il nostro tipico campanilismo, invece di rivalutarlo come ricchezza della diversità culturale e tradizionale. Questo succede anche in Maremma, ma proprio per queste ragioni ho utilizzato come esempio a paragone l'esperienza dei Maremmans che, oltretutto è una conseguenza del corso di aggiornamento finanziato dalla Provincia.
      Lungi da me, quindi, con questo post (e nemmeno con tutto il blog) fare strumentali attacchi politici.
      Il concetto che volevo ribadire è quello della condivisione e della possibilità di promuovere ancor di più la Maremma attraverso questa candidatura. E l'ho scritto a prescindere dai contenuti del progetto.
      E' chiaro che se il progetto stesso vuol isolarsi, non vuol condividere o peggio non vuol utilizzare il grande e diverso patrimonio culturale del nostro territorio, allora possiamo fare anche un solo gruppo di lavoro, a cui tutti possono (o devono) aderire: quello dei Tafazzi.
      Alla prossima

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