A fine anno si cerca sempre di fare
un bilancio dell’anno che sta per concludersi o ci si diverte a fare le
previsioni su ciò che verrà.
Sul futuro del mercato turistico digitale ci si può fare un’idea
leggendo qua e là quanto si è colto dall’ultima edizione di BTO oppure confrontarsi
con le idee (e i consigli) del team di Tnooz, che ogni anno offre tenta di
individuare il percorso che prenderà la travel
technology (si parla di iBeacon, metamotori, Big Data, le solite OTA, il solito Google,…).
Per stare ai numeri, nudi e crudi - che alla fine contano di più - sembra che il
peggio sia passato (ma diciamolo col tono
di voce basso). Se anche per le ultime (ed ancora in corso) festività
natalizie di sicuro gli italiani in viaggio sono molto meno, gli stranieri
fanno ancora (e bene) la loro parte in Italia, preferendo le città d’arte, la
montagna e il wellness. Secondo i dati forniti dall’Enit, tra i turisti
stranieri i tedeschi detengono ancora il primato con una spesa di 2,4 mld di
Euro nei primi sei mesi del 2013, con previsioni di incremento per fine anno
rispetto ai 6,4 mld totali dell’anno precedente. Tra le altre nazionalità, gli
aumenti maggiori in termini di arrivi sono quelli dei paesi BRIC (Brasile,
Russia, India, Cina) con un +20%, gli Usa con +5% e il Giappone con una stima
tra il +3% e il +10%.
Il made in Italy tiene ancora e continuerà a tenere. Secondo
Euromonitor International, infatti, nel 2017 ci dobbiamo aspettare 50 milioni di arrivi internazionali. Il
turismo mondiale continua a espandersi grazie ai paesi emergenti, ma le
economie tradizionali dell’europa occidentale e degli stati uniti tornano a
dare il proprio contributo, tanto che si prevede un tasso di crescita del 4%
annuo, per il prossimo lustro; quello previsto per l’Italia è del 2,1%. In
particolare si “prevede un incremento
degli arrivi turistici dall’estero pari all'1% per il 2013, con una crescita
più alta prevista per il 2014 e 2015 grazie alla fine della recessione
nell’Eurozona. Gli arrivi internazionali verso l’Italia sono oggi generati per
la gran parte dai mercati tradizionali, ovvero Europa Occidentale e Stati
Uniti, ma i flussi dai mercati emergenti cominciano ad essere significativi, in
particolare quelli dai paesi dell’Europa Orientale, quali Russia e Polonia che
hanno superato il milione di arrivi annui. Cina e Brasile sono ancora mercati
di nicchia per l’Italia ma in costante crescita”. I viaggi interni, però,
ancora al palo.
Insomma, diamo retta a Farinetti
quando ripete che l’Italia ha lo 0,83% della popolazione mondiale e quindi
dobbiamo rivolgerci al restante 99,17%, che ci può dare più soddisfazione.
Sembra poi che anche a livello istituzionale qualcosa si stia
muovendo: è notizia di questa settimana che il ministero dei Beni Culturali,
nel prossimo gennaio, presenterà un decreto-legge per il rilancio del settore per
il breve termine e un piano strategico per una visione di più lungo periodo. Si
parla di rivisitazione dell’Enit finalizzata a coordinare la promozione del
marchio “Italia”, di creare un fondo permanente per il settore, di
riqualificare le aziende del settore, di trasformare la tassa di soggiorno in
tassa di scopo, di Expo2015. A proposito
di Expo2015 Milano, arrivano anche qui buone notizie e sembra che siamo al sold
out: 141 i paesi che hanno aderito, un record. Come un record i
padiglioni: 60, a Shangai erano 42.
Tuttavia già a inizio 2013 era stato
presentato il Piano Strategico per lo sviluppo del Turismo in Italia, dal
precedente ministro “tecnico” del turismo.....
Manteniamoci viva la speranza, ma l’augurio
è che dalle pianificazioni nascano delle iniziative più concrete.
Fin qui alcuni flash di notizie del
comparto turistico, sembrano volerci far vedere rosa: facciamolo pure, ma
facciamolo impegnandoci sui “fondamentali”.
Perché alla fine si fa rete, e quindi business, anche così.
Commentate pure, meglio però se non
siete d’accordo
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