Andare alla BTO è un po’ come passeggiare in montagna
per respirare aria buona: lì si respira futuro.
Con una differenza: se torni dalla montagna, al
ritorno ritrovi la stessa aria di quando sei partito e non puoi farci niente;
se torni dalla due-giorni fiorentina, al rientro puoi soffiare quanto hai inalato in BTO, contribuendo, anche se in
piccolo, a costruire quel futuro che
hai apprezzato.
Per quanto mi riguarda, la BTO non ha disatteso le
aspettative e ho seguito (quasi) pedissequamente il programma-tour che mi ero prefissato:
in parte scientifico, in parte operativo.
C’è un filo rosso che ha collegato molti degli
interventi seguiti: la reputation;
che è stata, in particolar modo, analizzata fino all’osso dal seminario di
Francesco Tapinassi nella Cassetta degli
attrezzi (la buona novità in BTO) e sicuramente ben presto ritroveremo la
presentazione sul suo profilo in slideshare. Il messaggio lanciato, non solo in
questo seminario, è quello di non aver paura di Tripadvisor e, in generale,
delle reviews rilasciate online dai turisti. Anzi, c’è la possibilità concreta
di farle proprie, sia quelle
positive che quelle negative, come reale strumento di marketing, come metodo di
(auto)controllo della qualità dei servizi offerti e della comunicazione dell’immagine
aziendale.
Si è parlato di reputation e di social anche in un
momento dedicato all’enogastronomia: anche la ristorazione è ovviamente coinvolto nelle dinamiche del 2.0, ma, a
mio personale parere, “soffre” di difficoltà maggiori, sia perché è un settore
non naturalmente proiettato online
come quello alberghiero, sia perché il sapore di un piatto è quanto di più
personale (e difficile) si possa descrivere. Questo è una tematica che andrà
approfondita sicuramente (nel frattempo, speriamo che nessuno faccia recensioni
sul catering e sul servizio bar della Fortezza da Basso J).
Di risultati, sempre in termini di reputation, si è
parlato per la Maremma: in uno degli ultimi panel, è stata (orgogliosamente)
presentata una ricerca sulla brand
reputation della nostra provincia che incassa un GRI (global review index)
pari all’ 86,3%.
a sinistra Sergio Farinelli e Francesco Tapinassi |
Anche in altri panel si è parlato di territorio e di
come viene raccontato, non solo in termini di giudizi. Infatti, non ho potuto
mancare di seguire “Lo storytravelling collaborativo”, quasi la seconda puntata
del percorso iniziato nel 2011 “dallo storytelling alla content curation”: qui
gli speakers, Mafe de Baggis e Filippo Pretolani, hanno messo l’accento sull’importanza
di vivere (o far vivere) un luogo, come se ci si abitasse da sempre, perché
solo così lo si può apprezzare e quindi raccontare agli altri, con tutti i
sapori, i suoni, le emozioni, le immagini che l’esperienza può lasciarci
dentro.
Il tema del racconto
e della sua condivisione diventa il nucleo centrale del nuovo modo di fare
marketing: "don't just tell a story, give a story to tell" (non raccontare una storia, ma dai una storia da
raccontare) è il concetto su cui si è basata l’azione promozionale turistica dell’Australia (There’s nothing like
Australia) e che ha utilizzato, attraverso gli strumenti social, i contenuti (non
solo in termini di testi, naturalmente, ma soprattutto di immagini) degli
utenti per far parlare di se. Ogni pensiero a come e a quanto potremmo fare in e
per l’Italia è stato coincidente in
tutti gli spettatori italiani in Main Hall, mentre scorrevano le immagini della
presentazione.
un momento della presentazione di "There's nothing like Australia" |
Infine, mi son piaciute un paio di idee, tramutate in servizi per gli hotel epresentate da due
aziende che ho avuto modo di conoscere. Perché, in effetti, a volte non ci si
pensa, ma c’è anche un mercato in BTO, con stand di aziende a “caccia” di
clienti-operatori - va detto che è una caccia molto social J.
Uno è Last Meter di iper.net, cioè l’idea di lanciare delle offerte legate allo spazio invece
che al tempo: grazie al gps integrato negli smartphone è possibile individuare
la posizione dei nostri potenziali clienti ed in base a quella offrire loro una
determinata promozione (naturalmente grazie al proprio booking engine sul sito mobile).
L’altro è Zenvioo.com,
un online social travel: uscirà agli inizi del 2013 e coniuga due possibilità,
quella attraverso cui i nostri potenziali clienti possano rendere virali le
nostre offerte e quella che un insieme di prenotazioni, legate alla stessa
promozione, possono diventare un unico gruppo da gestire. Il tutto con un
sistema di una certa dinamicità di
prezzo.
Questa la mia quarta BTO. E alla fine uno si
domanda sempre: che ci si inventa il
prossimo anno? ;)
Commentate pure, meglio però se non
siete d’accordo
Nessun commento:
Posta un commento