sabato 25 febbraio 2012

Maremma 2.0, quasi 3



Non saremo in Alto Adige, che ha addirittura dimesso il numero verde spostando le informazioni turistiche su Facebook, ma anche la nostra terra di Maremma ha posto le basi per una rete sociale online.

Tutto è partito dall’innovazione innestata, dal 2009, all’operato dell’Agenzia per il Turismo, che nel corso dei suoi ultimi due anni di vita (causa tagli è stata soppressa a fine 2011) ha guadagnato l’appellativo di “2.0, dando poi in eredità le fondamenta appena costruite agli uffici provinciali che l’hanno sostituita.
Con l’obiettivo di dare forza al brand Maremma, una delle azioni messe in atto dall’ex-APT è stata quella di offrire alle conversazioni turistiche la dimensione social del territorio grossetano, prima gestito dai vari uffici di informazione turistica, ora centralizzato da un unico management.
Troviamo quindi la pagina Facebook e il profilo Twitter, entrambi incentrati soprattutto sulla canalizzazione di informazioni generali, di immagini e storie, di aggiornamento sugli eventi, sul meteo (social pure quello, grazie a metwit!). Naturalmente il canale Youtube e la brand page di Foursquare, e i diversi tips (consigli) che vengono suggeriti via via che gli utenti fanno i loro check-in nei pressi di luoghi di particolare interesse turistico-culturale.
I quattro social sono, tra l’altro, nella home del sito mobile di “turismo in maremma”. Ma a questi si aggiunge un quinto moschettiere che è Pinterest.
Il nuovo venuto in Maremma è stato attivato poco dopo il post che ne parlava su questo blog e leggenda vuole che tutto ciò non è un caso. J
La scelta di Pinterest non poteva comunque che essere naturale, per la forza delle immagini che il paesaggio e la natura incontaminata della Maremma offre (nota campanilistica).
A completare il tutto, va segnalata poi la content curation su Paper.li, che permette di pubblicare periodicamente contenuti e tweet in un unico contenitore (The Maremma Toscana Daily), quasi fosse un giornale.

In parallelo al brand provinciale, si conferma nella dimensione social anche il ConsorzioMaremmare (un consorzio di operatori dei 5 comuni della zona sud: Isola del Giglio, Monte Argentario, Magliano in Toscana, Caparbio, Orbetello) con la pagina Facebook, il profilo Twitter e Pinterest, con l’obiettivo di far emergere una sorta di sotto-brand della Maremma che è la Costa d’Argento. Il Consorzio utilizza, oltre al web naturalmente, anche una piattaforma blog, dove vengono pubblicati i comunicati stampa; un blog che ha comunque necessità di maggiore interazione.

Se fino a qualche tempo fa, la parola Maremma, anche in rete, veniva associata ad epiteti più o meno grevi, del tipo “maremma maiala” (o “cignala”, per i più snob), oggi possiamo affermare che pure gli appellativi si sono adeguati al fenomeno web: Maremma Social!!!




Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

martedì 21 febbraio 2012

Rotta semiseria sulla Bit 2012


La Borsa Italiana del Turismo, appena conclusasi a Fieramilano in Rho, sconta, ogni anno di più, una certa perdita di appeal, al pari dell’offerta turistica italiana, i cui numeri dimostrano sempre più un lento declino (la quota italiana di mercato negli ultimi dieci anni è passata dal 6,8% al 4,5%, mentre la Spagna è al 6%).
Non ho invece i numeri della BIT, ma bastava cercare camere disponibili nel periodo della Fiera, trovandone tranquillamente anche a buon mercato, per capire l’andazzo: sono lontani i tempi di quando la manifestazione si svolgeva dentro Milano e per girarla tutta, oltre a un buon allenamento e scarpe da ginnastica, non bastava un giorno.

L’edizione 2012 proponeva due padiglioni dedicati all’Italia, due alle destinazioni internazionali e due più specifiche per gli operatori (a loro riservate), il workshop e il tourism collection. Molto snella, quindi, agevole da visitare, ma anche con la possibilità di farsi degli itinerari grazie al sito internet di fieramilano, il quale permetteva di ricercare gli operatori interessati, individuandoli nella mappa e chiedendo loro anche un appuntamento, così da arrivare in fiera ed avere tutto pianificato.

I contatti si possono naturalmente ottenere e approfondire, tuttavia c’è da chiedersi cosa cambia farlo davanti a un pc collegato in rete, soprattutto se si ha un buon “commerciale”.
La fiera evidentemente ha bisogno di una svolta “concettuale”: è troppo generalista, quindi stancante e sempre meno attraente (per i visitatori e per gli espositori). E’ diventata la passerella della politica di “marketing territoriale” delle singole regioni ma anche della politica “e basta”.

E come disse Totò, “a proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?”: girando tra gli stand dei padiglioni italiani ecco vini, oli, formaggi, dolci, dimostrazioni culinarie e addirittura brevi corsi di manualità con ingredienti tipici. In certi momenti sembrava di essere a Torino al salone del Gusto.


Di questa parte di fiera non aspettatevi immagini…ché avevo le mani occupate.

Non c’è niente di male, l’offerta turistica italiana è anche e soprattutto questo e quindi è giusto esprimersi attraverso i sapori.

Certo che farlo fare a Dustin Hoffmann con quella faccia inebetita e pensando al cachet sborsato, viene da pensare… che ci sono tanti modi meno esosi e più efficaci.
Stand Regione Marche

In Toscana, invece, non si mangiava, si pensava al cinema.
Stand Regione Toscana

Il Veneto faceva castelli di sabbia (mi pare anche nel 2011 o nel 2010!).
Stand Veneto: scultura di sabbia
La Sardegna puntava sull’amore.
Stand Regione Sardegna

Mentre il Friuli
Hostess allo stand del Friuli Venezia Giulia

…non solo: c’erano anche dimostrazioni da scuola di mosaico. J
Dimostrazione di Scuola di Mosaico allo stand del Friuli

Il Trentino molto social
Cataloghi e card allo stand del Trentino

…ma anche la Sardegna si sta dando da fare.
allo stand della Regione Sardegna
Ma passeggiando ci si può imbattere in giochi di parole

…più o meno indovinati… 
Caronte Tourist, una flotta di navi traghetto per la Sicilia (o per l'inferno?)

…più o meno evocativi…(E…quitalia!)
Quitalia.com: un portale di prenotazioni di servizi: ma provate a cercare "quitalia" su google

E anche in offerte a prezzi stracciati

… o da rifarsi…i denti!
Kreativ Dental: una clinica di cure odontoiatriche a Budapest dai prezzi competitivi 

Ci si può imbattere in persone famose…
Patrizio Roversi di "Turisti per caso"

…e in personaggi famigerati!
Groupon: il famoso sito di social commerce (che di social non c'ha niente)

Tripadvisor: gioia e dolore di albergatori e non...


























A parte gli scherzi, la fiera come incontro tra domanda e offerta ha un senso sempre più limitato. E’ sempre vero che il contatto umano, nella fattispecie tra fornitori e dettaglianti, è un plus importante, anzi fondamentale; basti pensare che ho finalmente conosciuto una “famosissima” blogger (@lakikka80), con cui twitto da diverso tempo, insieme alla sua collega (@elettrix) di Il TuristaInformato, con cui mi auguro di attivare una fattiva collaborazione (anche qui nessuna foto causa brindisi al vino rosso).

La Bit ha comunque bisogno di acquisire delle nuove motivazioni, ad esempio specializzandosi in un settore o in alcuni aspetti particolari, oppure puntando sugli eventi formativi, altrimenti il rischio è che arrivi spompata all’Expo 2015, un po’ come una volta arrivavano i visitatori dopo una giornata in fiera. Ma era un’altra Italia.

Un dinosauro: anche lui alla Bit 2012

  Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

domenica 19 febbraio 2012

Non solo gesti d’amore per il #Giglio



Un’interessante e apprezzabile dichiarazione è stata espressa sulla situazione dell’isola del Giglio da parte dell’assessore regionale toscano al turismo, Cristina Scaletti, a margine della conferenza stampa alla Bit 2012.
Da toscana notizie del 16 febbraio: Riguardo alla situazione all’Isola del Giglio ha dichiarato che la Regione aprirà un canale preferenziale nei confronti della promozione turistica per l’Isola del Giglio. “Ma la prima promozione – ha sottolineato – è che tutti facciano un grande gesto d’amore andando al Giglio, che è un posto meraviglioso. Io ci sono stata in vacanza lo scorso anno, e quest’anno ci tornerò con tutta la famiglia”. C’è grandissima attenzione a tutto quello che sta accadendo all’Isola del Giglio e “noi non abbasseremo la guardia su questo territorio straordinario, patrimonio di tutti. L’Arcipelago toscano – ha concluso – non è solo della Toscana, ma di tutta l’Italia, di tutto il mondo”.


Non si può non essere d’accordo sul fatto che è necessario un intervento di promozione territoriale speciale sul Giglio a seguito del naufragio della Costa Concordia: se l’isola ormai è famosa in tutto il mondo per il tragico evento del 13 gennaio, facendo quindi scoprire un contesto naturale unico e irripetibile, nelle settimane successive a tutto questo si è affiancato il preoccupante messaggio del pericolo ambientale (quasi fosse imminente) e del possibile inquinamento, sia dell’isola che del vicino litorale maremmano.
Un rischio che, se anche ha una sua percentuale di probabilità, fino agli ultimi bollettini ARPAT (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) è lontano dal verificarsi.
E’ in effetti in corso un’emergenza mediatica e comunicativa, che, anzi, è iniziata dal momento del naufragio. Sarebbe stato infatti necessario attivare sia un monitoraggio che delle azioni di “contenimento” rispetto alle conseguenze dei riflettori accesi sui rischi ambientali. Presto i riflettori si spegneranno e rimarrà il ricordo di un territorio contaminato, anche se la realtà dirà, speriamo, altre cose.
Il progetto di marketing territoriale “Voglio Vivere Così”, che privilegia, tra l’altro, gli strumenti del web 2.0, ben si adatterebbe ad essere uno strumento facilmente e velocemente utilizzabile e adattabile anche in situazioni straordinarie come questa. Avrebbe potuto essere quindi un’occasione per trasformare questa pericolosa deriva comunicativa in eccezionale opportunità promozionale per l’isola e per l’arcipelago toscano.
E questa situazione, in definitiva, fa comprendere come sia fondamentale predisporre degli strumenti “da protezione civile comunicativa” da attivare (nell’immediato) in questi casi di eccezionale gravità per l’immagine turistica dei nostri territori. 


Commentate pure, meglio però se non siete d’accordo

domenica 12 febbraio 2012

Pinterest, avanti un altro (social)


Durante un corso Slow Food sui dolci (perché dobbiamo anche trattarci bene con cose meno virtuali), alla domanda circa i dosaggi di una ricetta, la risposta «un chilo, un chilo e un chilo», fatta naturalmente a mo’ di battuta, ci spiazzò, diventando un “tormentone”. Ed è strano come la mente possa fare certe associazioni di idee, in questo caso tra una battuta e un nuovo social network, Pinterest, che mi appare come una sorta di mix tra Flickr, Twitter e Facebook.
Non so se possa valere la stessa proporzionalità degli ingredienti, ma l’impressione è che Pinterest ha delle caratteristiche similari ai tre social più “vecchi”: di Flickr naturalmente le immagini e i video che ne rappresentano i contenuti portanti, di Twitter il sistema di “following” unilaterale (io seguo te, senza la necessaria reciprocità), di Facebook la possibilità dei “like” e dei commenti ai post.

Pin significa puntina o spillo, interest è interesse e il sito permette di “pinnare” e quindi spillare su una bacheca (board) un’immagine di proprio interesse: ogni profilo-utente (account) può avere una serie di board che possono riguardare un argomento, un interesse, un tema, un evento, dentro cui si possono “pinnare” foto (e video), sia caricandole direttamente (upload) sia attraverso link. Questo aspetto è molto importante ai fini del traffico online da incanalare verso i nostri siti internet, visto che questo nuovo social, nonostante sia ancora “chiuso”, ad invito, ha già raggiunto 10 milioni di utenti in 9 mesi di vita e soprattutto, come spiega il Tagliaerbe, è già uno dei principali generatori di traffico, con grandi potenzialità di aumento (V. tabella sotto: il confronto tra i vari social).


Inoltre le nostre bacheche possono essere anche essere riempite di contenuti da parte di altri utenti, ovviamente col nostro permesso.

La rete social viene quindi formata seguendo singole board degli altri utenti oppure tutte, mentre si può esplorare il sito attraverso macro-argomenti (travel&places, art, education, gardening, humor, my life, photografy,ecc. ecc.) a cui, tra l’altro, vanno collegate anche le nostre bacheche.
Infine, la peculiarità più rilevante è data dal fatto che i contenuti sono formati da immagini e relative didascalie, quindi il modo più semplice, veloce e potenzialmente “impattante” (da un punto di vista marketing) possibile. Come ormai vale per tutti i social, ogni contenuto inserito può essere “amplificato” automaticamente attraverso gli altri social, oltre al fatto dell’opzione mobile. Magari il prossimo passo sarà la geolocalizzazione dei post e quel pizzico di Foursquare potrebbe completare l’opera.

Per chi impazzisce con i social, Pinterest può davvero provocare dipendenza, anche perché nell’esplorarlo ci si può realmente perdere e seguire board a non finire. J
Personalmente, navigando su Pinterest, la sensazione è quella di un ambiente internazionale, tanto che mi viene automatico scrivere le didascalie in inglese. Sarà anche che l’uso delle bacheche e degli appunti spillati sopra fa più parte di un arredamento domestico americano.
Una cosa è certa: è già considerato il social media del 2012 e di conseguenza un nuovo canale di marketing (vedi anche, tra gli altri, manuale di lavoro) per le nostre attività.


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lunedì 6 febbraio 2012

La grande G o il grande Orecchio


Dal primo di marzo prossimo entreranno in vigore le nuove norme sulla privacy di Google: in pratica tutti i servizi di Google avranno un’unica normativa “più semplice e intuitiva”, come è scritto nella presentazione. Peccato che non la legge nessuno.
Ammettiamolo sinceramente: quando apriamo un account o ci registriamo in qualsiasi sito o servizio web, al momento di flaggare o accettare la normativa sulla privacy e i termini di servizio, lo facciamo automaticamente e clicchiamo velocemente sul tasto “prosegui” o “avanti”, senza leggere niente.

Del resto la privacy è come l’acqua, ci accorgiamo della sua importanza quando, insaponati sotto la doccia, viene a mancare all’improvviso.
A maggior ragione se, sempre leggendo la presentazione della nuova normativa, ci dicono che “la protezione della tua privacy non è cambiata”, motivo in più per non perderci troppo tempo.

Comunque, scorrendo la “notifica di cambiamento”, Google, molto onestamente, ci informa che sa tutto di noi e lo utilizzerà per fini commerciali e pubblicitari. Infatti, oltre ai dati che forniamo in modo volontario (quelli per registrarsi sui suoi servizi), Big G conosce i nostri dispositivi (pc, ipad, iphone ed eventualmente anche il nostro numero di cellulare), tutti i nostri log (come e quando utilizziamo i suoi servizi, con quali browser e programmi, quali richieste facciamo al motore di ricerca, ad esempio, ecc.), sa cosa stiamo facendo, dove siamo (tramite il GPS, e a questo punto, dove andiamo) e come siamo (i nostri gusti, i nostri hobbyes, ecc.).
Insomma, se acquistate dei vestiti online, potrebbero scoprire pure se negli ultimi tempi siete ingrassati.

Tutte queste informazioni non rimangono chiuse nella memoria di Mountain View, ma possono essere fornite anche ad organizzazioni esterne a Google (col consenso dell’utente), ad amministratori di dominio e – scrivono – “alle affiliate o ad altre aziende o persone fidate affinché li trattino per noi in base alle nostre istruzioni”. Quali siano i criteri affinché si possa rientrare tra le “persone fidate”, non viene indicato.
Va anche detto che si può entrare in alcune aree del pannello di controllo di Google, ad esempio per visualizzare e modificare le preferenze relative agli annunci. Ciccando qui si entra nel “Gestione preferenze” e ognuno di noi può vedere con quali gusti ci hanno “profilato” e di conseguenza quali tipi di messaggi pubblicitari ci fanno scorrere mentre mandiamo una mail o leggiamo un blog (in particolare cliccate su "annunci sul web"). Se poi andiamo a modificare questi dati, aiutiamo ancor di più la Big G ad indirizzarci meglio la pubblicità.

Del resto Google non è solo un motore di ricerca, è anche:
§    una mail (Gmail) semplice da usare e con una memoria in continua espansione (nel momento in cui scrivo ho 7676 MB a disposizione);
§       un social network (G+) che integrandosi col motore di ricerca (G search plus world) permette di personalizzare alcuni risultati attraverso i contenuti delle proprie cerchie di amici (cosa che sta facendo infuriare Facebook e Twitter);
§       una mappa (google map/places) e ci dice dove siamo o dove è ciò che cerchiamo (e con street view ti fa vedere il luogo cercato);
§         Youtube, quindi video, ma anche un motore di ricerca molto usato negli States;
§         Panoramio, quindi foto geolocalizzate;
§        un archivio di documenti (Documents);
§       un motore di ricerca per hotel (google hotelfinder) con relativa possibilità di prenotare (non ancora in Italia);
§         una community di “recensori” di hotel (hotpot);
§         un browser (Chrome);
 e tanto altro ancora.....

Tanti sono i servizi che offre, altrettante le possibilità di acquisire dati degli utenti (a mezzo cookie e pixel tag) e quindi veicolare in maniera più puntuale e più mirata la pubblicità. Non dimentichiamoci che il fine ultimo è quello commerciale, visto che la gratuità dei servizi non è motivata dalla filantropia.
Insomma, ognuno di noi è schedato in tempo reale. 

E ce lo dovevamo accorgere subito, da quando è nato e a cominciato a imperare in rete: la “G” è simile ad un orecchio e le “o” che si moltiplicano al termine di una ricerca sono paragonabili a tanti occhi. Come  per Tripadvisor, anche il logo di Google è stato smascheratoJ



Ma non sappiamo cosa potrà succedere in futuro, dato che sono milioni gli utenti “profilati”, di cui cioè Mr G sa tutto (dai dati anagrafici alle preferenze personali in vari campi), ed è quasi un monopolio in alcuni settori della vita online. Un finale, con un mondo totalmente online e gestito, come un impero, dal controllo di Big G, potrebbe essere scritto da Isaac Asimov, ma va oltre le nostre rotte.

Intanto facciamo il tifo per Volunia (che sarà presentato oggi), anche solo per cambiare un po’….

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